IL PRESIDENTE ALLEVATORE CONDANNA A MORTE FIONA-F36
A poco più di una settimana dall’uccisione di Amarena, con tutto il suo strascico di sgomento collettivo, in Trentino il Presidente Allevatore Fugatti vuole portare in pegno al suo elettorato il sangue di un’altra orsa, con la complicità di ISPRA.
La sua intenzione appare chiara: uccidere un’orsa a caso per “vendicare” Andrea Papi, quando è la stessa famiglia del ragazzo che anche di recente ha di nuovo ribadito che ciò che vogliono sono scuse ufficiali e le dimissioni di chi era incaricato della gestione degli orsi.
Fiona non ha fatto niente di grave nemmeno secondo i loro parametri specisti sempre più stringenti nel rinchiudere la libertà di un orso di essere tale e comportarsi secondo le sue caratteristiche etologiche, individuali e sociali. Pur in presenza del proprio cucciolo ha scelto di “macchiarsi” solo di un falso attacco. Le ragioni irricevibili per cui si è deciso di ucciderla è che nel carcere del Casteller non c’è posto per rinchiudere un altro esemplare (dato che l’ultimo posto rimasto “libero” è prenotato per la cattura dell’orso Johnny in attesa che i tribunali si esprimano rispetto alla sua condanna a morte) e che si ipotizza – praticamente sulla base del nulla – che in futuro questa orsa possa mettere in atto comportamenti più pericolosi per l’uomo.
Uccisioni preventive. Per gli altri animali sono ancora legittime queste pratiche che per la specie umana hanno avuto luogo solo nei capitoli più bui della storia.
Il PACOBACE non prevede l’abbattimento come misura nemmeno energica per questo tipo di comportamento. Si sta decidendo a tavolino di rendere orfano un altro orsetto. Qual è la sua età? Sarà in grado di badare a se stesso o verrà catturato e condannato anche lui alla cattività a vita come già Nino?
In questo istante possiamo solo dire “Corri orsa corri” perché ad ora abbiamo le mani legate, l’unico modo perché possa salvarsi è riuscire a non farsi prendere perché l’ordinanza di abbattimento è stata emanata a ridosso del fine settimana. Le associazioni hanno subito fatto ricorso al TAR per impugnare il provvedimento, ma questo difficilmente verrà accolto prima dell’inizio della prossima settimana.
La resistenza di Fiona dipende da lei, come sempre quella di tutti gli animali che devono attuarla fronteggiando la sproporzione di forze dei loro oppressori.
La situazione è ulteriormente peggiorata dal fatto che nella notte tra il 29 e il 30 agosto, in gran segreto, l’orsa è stata catturata e munita di radiocollare, il che semplifica infinitamente il lavoro degli aguzzini chiamati ad individuarla per ucciderla. Siamo davanti a un governo provinciale che come quello nazionale spiana le armi come misura di default per gestire qualunque situazione.
Il movimento animalista italiano in questo momento è impegnato nella difesa dei suini del rifugio Progetto Cuori Liberi, in provincia di Pavia. Serve che molte più persone scelgano di mettersi in prima linea e che si lascino finalmente in secondo piano le piattaforme virtuali.
Dobbiamo ricordarci di quello che anima in primissimo luogo il movimento antispecista, dobbiamo agire per ribaltare le forze in campo e rendere la liberazione animale una prassi collettiva e non solo un’idea da masticare in tutte le salse nella comodità del nostro privilegio di specie.
Come primissima risposta è fondamentale essere presenti in tantissime e tantissimi alla manifestazione “Basta Sparare!” di sabato prossimo a Trento. Ma ancora più importante è capire che sta diventano sempre più urgente un salto di qualità del nostro intervento di fronte alla violenza delle azioni della controparte.
La nostra controffensiva deve essere radicale e la nostra forza deve fare tremare i nostri nemici.
#corriorsacorri