Orsi in Trentino: 500 persone oggi alla manifestazione al Casteller per difendere l’orsa Gaia-JJ4 e l’orso M49 organizzata dagli attivisti della campagna StopCasteller
Orsi in Trentino: 500 persone oggi alla manifestazione al Casteller per difendere l’orsa Gaia-JJ4 e l’orso M49 organizzata dagli attivisti della campagna StopCasteller
«Vogliamo JJ4 libera di riunirsi ai suoi cuccioli e la fine di questa persecuzione senza senso nei confronti degli orsi trentini. Saremo in piazza anche il prossimo 7 maggio per ribadirlo»
«La strategia della paura è stata creata ad arte dai politici per servire le lobby degli allevatori. La reazione verso gli orsi non è correlata con il pericolo reale: gli orsi non rappresentano una minaccia per la nostra civiltà e non sono una calamità naturale da affidare alla protezione civile»
«Life Ursus è stato un successo ma la Provincia non ha la volontà e nemmeno le competenze per gestire gli orsi e la convivenza. Servono esperti che tengano conto anche degli interessi degli animali»
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Circa 500 persone sono arrivate oggi a Trento da varie parti d’Italia per una giornata di protesta, organizzata dagli attivisti della Campagna StopCasteller, a sostegno dell’orsa JJ4, ribattezzata Gaia, e di M49, Papillon, entrambi rinchiusi al Casteller.
Gli attivisti si sono radunati alla stazione di Villazzano alle 13,30 e sono poi arrivati in corteo fino ai cancelli del Casteller presidiati dalle forze dell’ordine.
Gli attivisti di Assemblea Antispecista e Collettivo Scobi, hanno così spiegato le ragioni della protesta: «Quello che sta succedendo a JJ4, compresa l’idea della deportazione in massa, è la reazione assolutamente sproporzionata che viene promossa dai politici nei confronti degli orsi trentini, non ha alcun senso e non è sostenuta dai dati. A fronte di 1 solo incidente mortale dall’inizio del progetto Life Ursus, nel 2022 in Italia sono morte oltre 500 persone per incidenti in montagna legati ad escursionismo e alpinismo. 57 i feriti e 22 i morti a causa dell’attivitá venatoria nella stagione 22/23. Sempre in Italia nel 2022 sono 1500 i morti per incidenti stradali ma non ci sembra che nessuno veda un problema nell’utilizzo dell’automobile. Ogni anno ci sono anche morti “causate” da bovini in incidenti sul lavoro per chi lavora con le mandrie in allevamenti o fattorie, ma nessuno si sogna di farne un problema di sicurezza per l’incolumità umana. Perché? Perché questi animali sono utili e sfruttabili, mentre gli orsi non lo sono. Gli orsi obiettivamente non rappresentano una minaccia per la nostra civiltà e non sono certamente una calamità naturale da affidare alla protezione civile».
«La strategia della paura è stata bensì creata e montata ad arte dai politici per servire le lobby degli allevatori che vogliono essere i veri signori e padroni dei boschi. Si vuole processare un’orsa che non ha colpe per il tragico incidente avvenuto sul monte Peller. Incidente che poteva essere evitato se ci fosse stata la volontà politica. Così come potranno essere evitati incidenti simili in futuro se sarà avviato un programma di educazione della popolazione, se ci sarà monitoraggio e se ci sarà collaborazione per la creazione di corridoi faunistici che consentano agli orsi di spostarsi su tutto l’arco alpino».
«Il Parco Adamello Brenta si è espresso finalmente pochi giorni fa dicendo esattamente che deportare gli orsi è una assurdità e che la gestione deve essere affidata al parco, che ha le competenze etologiche per gestire la convivenza e non – aggiungiamo noi esplicitamente – a chi come la Provincia autonoma ne fa da anni strumento di propaganda politica e scambio elettorale. Il parco ha detto cose giuste anche se rileviamo il problema che a capo di un parco ci siano due cacciatori; la commistione fra lobby della caccia e mondo politico sarebbe un altro tema problematico da affrontare nei prossimi anni. La gestione del progetto Life Ursus, che dal punto di vista del ripopolamento è stato un successo, deve essere affidata a esperti sì, ma non a esperti esecutori della politica bensì a un gruppo composito di professionalità e competenze che non metta sempre al centro interessi solo umani».
«Fugatti ci accusa di essere ideologici mentre lui sarebbe quello pratico. Oltre che mostrare i muscoli e crearsi strumenti giuridici ad hoc per perseguitare la popolazione ursina nulla è stato fatto. A questa ideologia che ingabbia e uccide, che vede nell’utile e nel profitto gli unici valori che contano e negli animali solo strumenti, prodotti o pupazzi inanimati per attrarre qualche turista noi contrapponiamo una società i cui valori siano cura e responsabilità condivisa e in cui umani e non umani possano coesistere senza una graduatoria di valore. Una società dove non sia dato per scontato il diritto dell’uomo (delle lobby politiche ed economiche) di depredare il territorio uccidendo qualsiasi animale sia di intralcio. E lo facciamo con proposte concrete di convivenza scritte nero su bianco su tutti i comunicati pubblicati in questi anni».
«Vogliamo JJ4 libera di tornare nei boschi dai suoi cuccioli, che hanno ancora bisogno di lei per imparare a vivere. Vogliamo M49 libero e la fine di questa persecuzione senza senso nei confronti degli orsi trentini. La fine del potere politico della giunta Fugatti sulla gestione orsi. La fine della strategia della paura e dell’ideologia che ingabbia per accontentare le lobby di turno travestite da praticismo. Per ribadirlo lanciamo un secondo appuntamento in piazza il 7 maggio, speriamo di ritrovarci ancora più numerosi, più uniti, più forti».
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