Il vero volto di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)

By stopcasteller

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è l’ente pubblico ufficiale di ricerca, dotato di personalità giuridica, di diritto, di autonomia tecnica e scientifica istituito dal Ministero dell’ambiente e a cui esso fa riferimento per ogni questione nazionale che coinvolga l’ambiente, la fauna, la biodiversità. Stato, Regioni, Prinvince, Università, Parchi, si avvalgono del parere tecnico-scientico dell’Istituto, che impartisce le direttive generali per il perseguimento dei compiti istituzionali. Nell’ambito della fauna e della conservazione delle specie, riveste da anni un ruolo di primaria importanza nel campo della conservazione e gestione della fauna selvatica, di cui studia lo stato, l’evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali.

Coordinatore del settore fauna selvatica è PIERO GENOVESI, che dal 2018 riveste il compito di “Responsabile Area pareri tecnici e strategie di conservazione e gestione patrimonio faunistico nazionale e mitigazione danni e impatti”. In poche parole è Genovesi che viene chiamato ogni volta che si deve muovere un dito nell’ambito dei selvatici e in particolare dei grandi carnivori, primi fra tutti: gli orsi.

Quello che ci si aspetterebbe, da un dirigente responsabile da anni della tutela degli animali selvatici è, appunto la tutela degli animali selvatici, con fatti insindacabili. E a chiacchiere è così, Genovesi ha un curriculum invidiabile secondo i canoni della dottrina specista. Non fosse che poi nei fatti, per la modica somma di 70 e passa mila euro annui di stipendo, non ci sembra fare proprio nulla di incisivo per difendere i selvatici, in particolare gli orsi. Ci sembra piuttosto che da quando il progetto di ripopolamento orsi ha preso inizio, Ispra e Genovesi non abbiano fatto proprio un cavolo di niente per spingere le amministrazioni locali a preparare la popolazione alla conoscenza e alla convivenza e anzi, in tempi più recenti abbia avallato sistematicamente le terrificanti decisioni prese da Fugatti and friends con pareri concordanti (es. catture e negazione della liberazione di M49), e quando non concordanti decisamente poco oppositivi. Ci domandiamo quindi, legittimamente, chi deve frapporsi, a livello istituzionale, tra la furia omicida della Pat e la tutela della vita dei selvatici. Apprendiamo nel frattempo che il Parco Adamello Brenta ha nominato proprio in questi giorni (dopo W. Ferrazza che si definiva “orgoglioso cacciatore”) il nuovo direttore generale del Parco, Alessandro Brugnoli, attualmente anche direttore dell’Associazione cacciatori trentini.

Con una Regione votata alla incessante speculazione delle montagne a scopo turistico. Con degli allevatori pigri che non intendono custodire i propri animali… Se nemmeno l’organo ufficiale ISPRA difende i selvatici “patrimonio indisponibile dello Stato”, chi dovrebbe occuparsene? Quando i ruoli chiave nelle istituzioni che dovrebbero difendere gli animali e i loro habitat, sono occupati da persone che se la fanno pubblicamente con Federcaccia, è possibile ancora usare slogan come “tutela della fauna selvatica” e di compatibilità del ruolo istituzionale garantita? Possiamo ancora usare la parola “protezione” “conservazione” e “convivenza”, o sono solo frasi vuote e greenwashing?

Genovesi si sa, riesce a fare bei discorsi infarciti di esperienza e nozioni nelle sue comparsate televisive, ma dimentica la principale responsabilità del suo ruolo: LA PROTEZIONE degli orsi, con i fatti. Mentre da un lato pubblica libri per educare i bambini, dall’altro approva lascia spazio di manovra alla Pat. Le posizioni di Ispra nei confronti delle politiche trentine da anni sono imbarazzanti, incongruenti, inconsistenti, è ora di invertire la rotta!

BASTA PARACULISMO ISTITUZIONALIZZATO! GENOVESI SCELGA DA CHE PARTE STARE.

In un pianeta in cui la biomassa dei selvatici costituisce oramai una percentuale trascurabile, in cui la crisi climatica appare irrefrenabile, in cui gli habit sono sempre più striminziti, ogni animale è prezioso. E non solo come esponente di una specie, non solo da un punto di vista conservativo o della biodiversità, ma in quanto soggetto portatore del propro diritto alla libertà e alla vita.

Papik, se non intende proteggere MJ5, forse sarà ora di passare un po’ meno tempo in tv e un po’ più di tempo dal lato giusto della storia.

O sennò, insomma, consideri la pensione, di soldi ne ha incassati abbastanza da potersi permettere una serena vecchiaia al mare.