Il TAR di Trento blocca gli abbattimenti degli orsi trentini
COMUNICATO STAMPA CAMPAGNA STOPCASTELLER
…Il TAR di Trento blocca gli abbattimenti degli orsi trentini grazie al ricorso presentato da Lega Nazionale per la Difesa del Cane e WWF Italia, ma continua il carcere a vita per gli orsi M49 e M57 attualmente imprigionati al Casteller
Ricorderemo tutti la faccia tosta dell’assessora Zanotelli quando ha annunciato candidamente la decisione della Giunta Trentina di procedere con l’abbattimento degli “orsi problematici”. Il 25 giugno Lega Nazionale per la Difesa del Cane e WWF Italia hanno quindi presentato un ricorso al TAR per impugnare quanto disposto dal paragrafo 5 (in particolare dai paragrafi 5.1, 5.2 e 5.3) e dal paragrafo 6 delle nuove linee guida per la gestione degli orsi elaborata dalla Provincia Autonoma di Trento. Le due associazioni ne hanno chiesto l’annullamento per le seguenti ovvie ragioni: la violazione di direttive CEE, della Costituzione, «eccesso di potere per mancanza di presupposti per manifesta irragionevolezza, illogicità e contraddittorietà della motivazione, nonché sviamento di potere». Come appare palese a chiunque (eccetto alla PAT) l’appello alla gestione della sicurezza pubblica è un mezzo becero per sviare la legge e «legittimare il contenimento della specie ursina nelle aree antropizzate perché specie pericolosa e socialmente non accettata» e all’eccessivo numero di orsi presenti sul territorio.La sentenza sancisce che la Giunta, che ha fornito una errata stima degli esemplari presenti sul territorio, si pone in contrasto con la vigente normativa di riferimento europea e nazionale. E che la Giunta, muovendo da una «errata stima della consistenza degli orsi presenti sul territorio, crea la FALSA percezione di un pericolo statisticamente rilevante per la pubblica incolumità». La sentenza prosegue affermando che la PAT ha illegittimamente addotto come indice di pericolosità anche la sola frequentazione dei territori maggiormente antropizzati e la «mera reiterazione di comportamenti dannosi per apicoltura e allevamento», il tutto in contrasto con la direttiva Habitat, che prevede misure e interventi unicamente per casi molto gravi quali aggressioni dirette a persone – non per danni economici e piccole predazioni.Si sottolinea inoltre che le nuove linee guida della PAT sviliscono e contengono un giudizio di inefficacia delle misure di contenimento e dissuasione alternative ad abbattimenti, ritenendo che il numero di 2 o 4 esemplari all’anno abbattuti non costituisca un pericolo per la sopravvivenza della comunità di orsi trentini. Tale valutazione, prosegue la sentenza, «viene smentita dagli stessi dati ufficiali forniti dalla Regione».«In definitiva, le disposizione contenute nel paragrafo 5», secondo il Tar, «sono palesemente illegittime» e prescrivono l’abbattimento per un numero di orsi deciso a casaccio.Lega Nazionale per la Difesa del Cane e WWF Italia contestano inoltre la violazione dell’articolo 117: eccesso di potere per sviamento.Abbiamo più volte ribadito, nel corso della campagna #StopCasteller, che il ricorso alle misure straordinarie e urgenti di tutela della sicurezza pubblica fossero solo un escamotage per non dover seguire le regole del Ministero, e la sentenza stabilisce che in effetti ogni caso va valutato singolarmente, con attenzione, l’entità e il tipo di danni attribuiti a un singolo orso, mentre le linee guida introducono un «automatismo di fatto tra danni reiterati e aggressività». La sentenza quindi sancisce l’illegittimità dei criteri indicati nel paragrafo 5 e 6 delle linee guida, annullando la delibera n. 1091 della Giunta, che li aveva modificati.Per quanto questa sentenza sia un ottimo risultato, non viene minimamente messa in discussione la detenzione degli orsi detenuti attualmente al Casteller e non mette in discussione le aggressioni e i contatti attribuiti a M57, nonostante le ricostruzioni a dir poco «nebulose», come affermato dagli inquirenti stessi. Ma tanti sono i sottintesi e i fatti assodati che emergono esplicitamente e implicitamente da questa sentenza, la PAT non opera nell’interesse della convivenza, non si attiene alle normative europee, alla direttiva Habitat, e nemmeno alle direttive del Ministero e del PACOBACE, strumentalizzando, quando non falsando del tutto, informazioni, seminando un ingiustificato terrore, tutto al fine di tutelare gli interessi di pochi sciagurati allevatori e apicoltori che si ostinano a non proteggere gli animali a cui millantano di tenere tanto, che sono comunque, lo ricordiamo, destinati alla macellazione.Speriamo che questa sentenza faccia tornare sulla terra i politici trentini e la cittadinanza tutta, che Fugatti e Zanotelli si ricordino che sono amministratori della fauna selvatica e non faccendieri di Coldiretti, che spinga i giornali locali a interrogarsi sul loro ruolo di strumenti per diffondere panico e disinformazione, e che non si parli più di abbattimenti.Resta da risolvere il problema principale, quello della convivenza in aree fortemente antropizzate, e della corretta e costante attuazione di comportamenti che non incentivino l’avvicinamento degli orsi alle zone più abitate o momenti di conflitto diretto, e soprattutto la questione della liberazione degli orsi ingiustamente ancora detenuti al Casteller, di cui pare che nessun tribunale voglia assumersi la responsabilità. Non intendiamo dimenticarci di M49 e M57, incarcerati crudelmente, strappati alla vita che gli appartiene di diritto: il Casteller deve chiudere e gli orsi devono tornare liberi!