FUGATTI PROGETTA DI UCCIDERE UN’ALTRA ORSA

By stopcasteller

Lo scorso 30 luglio alle prime luci dell’alba, in una zona boschiva alle spalle dell’abitato di Roncone, nelle Valli Giudicarie in Trentino, due giovani cacciatori a passeggio a circa 2000 metri di quota (probabilmente diretti alla loro postazione di caccia) si sono imbattuti in un’orsa e il suo cucciolo addormentati a lato del sentiero Mandrel. Anziché allontanarsi lentamente, senza gesti bruschi e in silenzio come raccomandato più e più volte da chi gli orsi li studia e li ha lungamente frequentati, i due hanno iniziato a correre urlando, uno in direzione del sentiero di ritorno mentre l’altro si è arrampicato su un albero. Come prevedibile, l’orsa ha reagito spaventandosi per l’incontro improvviso e ancor di più per la reazione sbagliatissima (e potenzialmente molto pericolosa) dei due e ha quindi inseguito il ragazzo sull’albero, e ne ha agganciato uno scarpone con la zampa, facendolo cadere. Orsa e cucciolo sono quindi fuggiti senza alcun ulteriore contatto fisico coi due. Il ragazzo ha invece riportato qualche lieve ferita come conseguenza della caduta. 

Naturalmente, a poche ore dall’accaduto, il Presidente della PAT Fugatti già ventilava la possibilità di uccidere l’orsa, dopo averla bollata come “problematica” in quanto, a suo dire, il comportamento che ha messo in atto sarebbe anomalo. Addirittura si è spinto a dire che se il ragazzo infortunato non fosse stato abbastanza giovane e forte per arrampicarsi l’esito dell’incontro avrebbe potuto essere tragico. Inesattezze e falsità a secchiate, ma ormai ci siamo abituate.
Quello che Fugatti ha tralasciato di specificare è che gli orsi sono molto più abili degli esseri umani nell’arrampicata e che quindi l’esemplare “problematico” ha in realtà SCELTO di limitarsi ad attuare un falso attacco, arrestandosi prima di un contatto fisico, mettendo in atto un comportamento quindi non volto a ferire o a uccidere, ma solo a spaventare

I rilievi effettuati dalla Forestale hanno poi condotto all’identificazione dell’esemplare coinvolto: F36 (che sta per “femmina n° 36”), un’orsa di 6 anni senza precedenti segnalazioni di incontro con la nostra specie. Dal momento che non condividiamo la pratica di identificare gli orsi trentini con asettiche sigle alfanumeriche, che favoriscono una presa di distanza volta a negare le loro individualità, chiameremo questa orsa Fiona.

Trascorrono alcuni giorni, e la mattina del 6 agosto, in località Doss del Gal a circa 1800 metri di quota, nel comune di Sella Giudicarie, sempre a monte dell’abitato di Roncone, un’altra coppia di residenti della zona si imbatte in un orso. Non vi è contatto fisico, non vi è carica: ciò che avviene non è nemmeno classificabile come falso attacco. Quel che accade è che l’orso osserva la coppia fino ad avvicinarsi a pochi metri, quindi si allontana dopo che i due scuotono i bastoni da nordic walking senza manifestare aggressività.
Nel clima di psicosi generalizzata non vi è sulla stampa alcuna ricostruzione chiara dell’accaduto e ai due escursionisti vengono attribuite diverse dichiarazioni, anche in contrasto tra loro: l’orso aveva il radiocollare (altrove non se ne fa menzione), era solo, era accompagnato da un cucciolo, si è allontanato e basta, ha rugliato prima di allontanarsi. 

È notizia di giovedì che, prima ancora che sia stato appurato che l’orso coinvolto in questo secondo episodio sia effettivamente lo stesso del falso attacco (se si trattasse di un orso radiocollarato ovviamente non potrebbe trattarsi di F36-Fiona) e dopo aver in un primo momento disposto la cattura per radiocollaraggio, Fugatti ha chiesto il parere di ISPRA in merito alla possibilità di uccidere l’orsa Fiona.
Il tutto per un falso attacco e per un semplice incontro.

Ma c’è di più: entrambi gli incontri sono avvenuti in zone segnalate dalla stessa PAT per la presenza di orse con cuccioli al seguito, zone nelle quali da parte degli escursionisti si dovrebbe porre doppiamente attenzione per evitare un incontro potenzialmente rischioso.

Questa ennesima spada di Damocle sulla testa di un’orsa va a sommarsi alle tante situazioni vergognose già in atto: il fine pena mai cui è condannato da più di 3 anni M49-Papillon, la prigionia (in attesa di giudizio di vita in cattività o morte) dell’orsa Gaia, il “sequestro” a tempo indeterminato del cucciolo Nino attualmente detenuto presso il parco faunistico di Spormaggiore, la fuga senza fine dell’orso Johnny, braccato da mesi dagli sgherri di Fugatti. Mentre è di ieri la notizia che i due lupi condannati a morte hanno avuto la vita graziata dal Consiglio di Stato almeno fino al 14 settembre.

Troviamo altamente improbabile che ISPRA darà il via libera all’uccisione dell’orsa nel mirino di Fugatti, ma mai dire mai, visto il triste precedente della benedizione all’uccisione dei due lupi (comunque il parere non è vincolante). E speriamo che anche i prevedibili ricorsi delle associazioni animaliste al TAR ed eventualmente al Consiglio di Stato daranno ulteriore filo da torcere alla sete di sangue della PAT. Consideriamo però altamente concreta la possibilità che l’orsa venga comunque catturata, rinchiusa al Casteller e mai più liberata. Quel che è certo è che un autunno di lotta intensa e puntuale attende tutte le persone solidali con i selvatici trentini.

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#fugattidimettiti
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