È MORTA FIONA, NESSUNA NOTIZIA DEL CUCCIOLO

By stopcasteller

È arrivata in queste ore la notizia del rinvenimento del corpo di Fiona (F36), trovato in val Bondone, sul territorio comunale di Sella Giudicarie. Sull’orsa pendeva un’ordinanza di cattura che aveva sostituito quella di abbattimento a seguito del ricorso al Consiglio di Stato da parte delle associazioni animaliste. La Provincia dichiara che da un primo esame esterno non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte e il corpo è stato consegnato all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti del caso.

Un altro orso, la cui condanna a morte è stata sospesa, muore casualmente prima della cattura. Ricordiamo Amir (M62) morto ad aprile di quest’anno. I nostri timori relativi alle conseguenze di questa guerra agli orsi e ai selvatici che si nutre di paura e odio sembrano sempre più reali. Non abbiamo parole, solo rabbia.
In questi giorni avevamo avuto modo di accertare la dinamica dell’incontro tra Fiona e i due cacciatori, avvenuto il 30 luglio di quest’anno grazie alle relazioni della forestale. Gli atti ci danno la conferma di ciò che già era emerso e che rende ancora più grave la sproporzione e la violenza della risposta della PAT a un evento nel quale l’unico “attacco” è stato quello dei due cacciatori, che sono andati a disturbare l’orsa che dormiva in una zona che dai sopralluoghi è risultata essere la tana dell’orsa e del cucciolo.

A una settimana dall’irruzione delle forze dell’ordine nel Rifugio Cuori Liberi, a discapito di attiviste e attivisti che hanno messo i loro corpi tra i veterinari pronti a eseguire un’ingiusta ordinanza di abbattimento e i maiali del rifugio, appare dolorosamente evidente come gli altri animali siano assediati da ogni lato e non possano contare nemmeno sul riparo offerto da quella che è la loro casa.

Nel caso di Fiona, di orsi e lupi, quest’ultima dovrebbe essere il bosco, la montagna, ma ancora di più la tana dove l’orsa credeva di poter riposare in pace e al sicuro con il suo cucciolo.

Lo ripetiamo dagli inizi della campagna Stop Casteller, è necessario un cambio di paradigma nelle modalità di convivenza con orsi e animali selvatici, non antropocentrico e che non sia schiavo degli interessi di chi nel territorio vede solo una risorsa da consumare e trasformare in merce e negli animali non sfruttabili un fastidio da eliminare.

Stiamo assistendo a uno scenario inedito di efferatezza e violenza contro i selvatici, che ha un fondo ideologico radicato nella paura, continuamente alimentata da politici e media. “Prima noi e poi i grandi carnivori” era lo slogan della piazza di allevatori e cacciatori di qualche mese fa e di fatto sembra essere il principio secondo il quale le istituzioni ragionano, comprese quelle che dovrebbero tutelare la fauna selvatica, come ISPRA.

Fiona è morta e il suo cucciolo non viene neanche menzionato dalla PAT e dai giornali. È presto per stabilire la causa della morte e attenderemo i risultati dell’istituto zooprofilattico, tuttavia l’impressione quella di trovarci nel mezzo di una guerra che continua a mietere vittime.

Il 7 ottobre scendiamo in piazza a Milano per manifestare, perché non si ripeta mai più ciò che è accaduto a Cuori Liberi e per tutti gli animali le cui esistenze vengono violate anche a casa loro.