SIAMO PRONTE PER TORNARE E ABBIAMO BISOGNO DI VOI
Quando lo scorso luglio arrivò la notizia che il Consiglio di Stato aveva concesso altri mesi di vita (in gabbia, certo…) all’orsa Gaia – orsa che il Presidente Fugatti bramava invece di uccidere -, per la prima volta dopo mesi di tragedie e lotte tirammo il fiato. Speravamo che il rimandare al TAR di Trento la decisione sulla condanna a morte dell’orsa, prevista per il 14 dicembre, ci avrebbe concesso il tempo di riuscire a organizzare al meglio nuove mobilitazioni per provare a mettere i bastoni tra le ruote ai propositi sanguinari della Giunta leghista.
Mai e poi mai avremmo potuto immaginare che ben prima dell’inizio di un autunno che speravamo “caldo”, ai primi di settembre ci saremmo trovate a resistere al fianco del rifugio Progetto Cuori Liberi, in difesa dei maiali che lì vivevano. Abbiamo lottato per due settimane, praticando forme di resistenza tanto radicali quanto urgenti, e rinforzando legami di solidarietà e sorellanza con tante compagne incrociate in questi anni anche grazie alla campagna #stopcasteller.
Come ormai tristemente noto, lo scorso 20 settembre, nonostante la determinazione delle decine di attiviste e attivisti presenti, la resistenza a difesa dei nove maiali che il virus della PSA aveva risparmiato venne spazzata via dagli sgherri del Sistema, con la consueta brutalità che lo Stato riserva a chi, per qualsiasi ragione, si ritrovi a fare da ostacolo a un’accumulazione di profitto. Da lì in poi – giusto il tempo di provare a riprenderci dal trauma collettivo per ciò che avevamo visto e vissuto -, una nuova sfida: supportare la Rete dei Santuari nell’organizzazione di una risposta forte, all’altezza della ferita che il movimento antispecista aveva subito in quella tragica giornata. Ed è così che nell’ultimo mese e mezzo siamo state impegnate nell’organizzazione di due cortei fondamentali, il primo a Milano, il 7 ottobre, e l’altro a Roma, il 18 novembre.
Ci sarà chi, in queste lunghe settimane di “silenzio” da parte nostra sulla vicenda degli orsi e dei lupi trentini, avrà storto il naso, credendo che ci siamo arrese, schiacciate dalla sproporzione delle forze in campo. Ma spesso, ormai lo sappiamo, le persone che tendono a storcere il naso con facilità e a criticare, sono le stesse che evitano accuratamente la dimensione materiale delle lotte, quella in cui ci si sporca, quella in cui è necessario fare delle scelte.
Vorremmo essere sempre ovunque ci sia una battaglia da combattere, ma purtroppo non è possibile. In queste settimane, la scelta di dedicare le nostre energie quasi esclusivamente alla lotta al fianco dei Rifugi per animali liberati è stata quasi obbligata: si trattava di una vera e propria emergenza, a cui non era possibile non portare sostegno.
La battaglia al fianco di orsi e lupi non è purtroppo risolvibile nel breve periodo, ed è doveroso diffidare di chi vuol far credere che esistano soluzioni facili nell’ambito della convivenza con i selvatici. Dopo il nostro intervento in piazza San Giovanni a Roma, tante persone ci hanno fermate chiedendoci come fosse stata possibile la rielezione di Fugatti. Le abbiamo invitate a guardare oltre: la melma ideologica che da 5 anni governa il Trentino è la stessa che governa l’intero Paese. Fugatti non ha vinto perché i trentini sono “cattivi” e odiano i selvatici: con queste elezioni i trentini hanno dimostrato di odiare le persone povere e ai margini, le persone migranti, le donne, e tutte le soggettività che minacciano la famiglia patriarcale eterosessuale, che supporta la struttura della nostra società.
Per modificare tutto questo, per provare a scalfire la dimensione ideologica dominante che definiamo “suprematismo”, è necessario un lavoro lungo e costante. E noi non ci tireremo indietro. Le piazze che abbiamo attraversato in questi mesi ci hanno dimostrato quanto la nostra piccola lotta sia conosciuta e sostenuta in tutta Italia. Tante persone solidali ci hanno offerto sostegno e dato disponibilità a essere presenti al nostro fianco quando sarà necessario. Stiamo ricaricando le batterie per tornare.
Dopo la rielezione i nostri nemici gongolano e sono pronti ad alzare il tiro: aspettano solo l’occasione giusta per spianare – letteralmente – le armi. Ma se loro alzano il tiro noi non possiamo permetterci di non essere pronte a fare altrettanto, per questo speriamo di vedere presto anche qui in Trentino la radicalità e la determinazione che il movimento antispecista ha messo in campo per Progetto Cuori Liberi.
Solo rispondendo con conflittualità e con azioni sempre più decise potremo diventare un movimento pienamente politico ed efficace, che esce dai confini delle parole, dei proclami, degli slogan belli ma svuotati, dalle proprie azioni singole e frammentate, ed essere invece una forza, un’avanguardia che si costruisce nella prassi e nella radicalità degli obiettivi.